
Questa mattina ho percepito nitida l’esigenza di trovare una collocazione.
Sebbene io abbia spiccato il volo verso una libertà educativa, che cela un’esigenza di guardare oltre i limiti della mia mente, anche per aspetti che non riguardano strettamente la crescita dei miei figli, questa mattina ho volato tra pensieri e riflessioni.
Ho finito da giorni di mettere nero su bianco le considerazioni sull’argomento della socializzazione, eppure non ho sentito ancora la voglia di condividerle; è come se mancasse un pezzo.
E così mi sono svegliata, con l’animo di “Pezzettino”, il libro di Lionni: in cerca del mio posticino mancante.
Nella mia mente c’è un affollamento di intuizioni e prospettive che a volte si fondono in una confusione non sempre facile da sedare, però stamattina una sensazione mi ha vibrato dentro.
Ho pensato ad un nome “Mamme nel Bosco”, perché mi son venute in mente tutte quelle splendide persone che ho incontrato in questo cammino di emancipazione personale, che hanno fatto una scelta simile alla mia, cioè sono ritornate all’essenziale, al “bosco” come luogo magicamente autentico da cui ripartire per una crescita in natura.
Poi però ho pensato anche a tutte quelle smarrite, tra perplessità e preoccupazioni, come in un bosco, che quindi diventa scenario di solitudine e isolamento, e che vorrebbero trovare una strada alternativa, ma non sanno da dove cominciare.

Ho visto nitida la “terra di mezzo”, ossia quel luogo dell’anima dove si trovano gli umori di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei propri cuccioli. A dire il vero non sono solo mamme, ho conosciuto anche tante maestre, donne e uomini con un cuore grande e legati dallo stesso istinto materno e di protezione verso i cuccioli; sì perché per me i figli sono di tutti, appartengono al mondo, appartengono anche a chi madre non è.
Ho notato che se pronunci la formula magica – sto pensando all’educazione parentale – automaticamente devi essere schierato; insomma o sei homeschooler o…cosa sei?
Dalla mia esperienza traggo delle conclusioni personali e magari poco attendibili, ma sento forte la lacuna “definitoria” di chi si trova nel mezzo, incastrato tra chi pratica l’homeschooling in modo serio, competente e consapevole, e chi manda incondizionatamente i figli a scuola perché è lì, e solo lì, che possono e devono stare.
Io posso dire di aver conosciuto un esercito di persone che invece stanno nel mezzo e che hanno come unica ambizione quella di trovare un luogo accogliente e di crescita per la propria prole.
Li ho incontrati ed esistono; sì esistono tutti quelli che, mossi da una forte esigenza di miglioramento, pur non essendo homeschoolers ufficiali, ardono magari della stessa passione, ma sono costretti ad un compromesso che a volte è felicemente faticoso, altre è tristemente accomodante.

Si insomma ci sono tante mamme che vorrebbero altro per i loro figli e che non hanno possibilità, non hanno alternativa.
Io sono una mamma che ha combattuto tanto per portare un po’ di “bosco” nella scuola, ma quel sistema gira così velocemente che se ti avvicini troppo, sei respinto dalla sua forza centrifuga.
Per cui l’alternativa è o sei fuori o sei dentro… purtroppo siamo ancora a questo punto.
Il mio pensiero oggi va a tutti coloro che, qualunque ruolo ricoprano, hanno ripreso una routine che non ha nulla di familiare. Oggi il mio pensiero va a chi è stato costretto a riportare dentro il proprio bimbo o bimba, ma che avrebbe di gran lunga preferito restare con le “Mamme nel bosco”, quello bello, quello incantato.

Non è vero che non ci sono soluzioni, il problema è che non ci sono alternative, il problema è la cecità di chi non vede e costruisce altri sentieri.
Voglio condividere questo brano che oggi mi è arrivato come una carezza e una pacca sulla spalla e che racconta di come la connessione con gli altri, a volte, regali le risposte che non sai neanche di attendere.
Questo lo dedico a tutte le cellule immaginative in ascolto…e non.

La trasformazione può essere a volte drammatica. Non c’è miglior esempio in natura che la metamorfosi. Basta guardare la trasformazione di un bruco in una farfalla – un’incredibile trasformazione nella funzionalità, nell’aspetto, nell’organizzazione dei componenti e nello scopo – mentre trasforma un verme dall’aspetto sgradevole, vorace, instabile e strisciante in una creatura delicata, aggraziata e volante.
I biologi ci dicono che all’interno delle cellule del tessuto dei bruchi ci sono cellule chiamate cellule immaginative. Essi risuonano su una frequenza diversa. Sono anche talmente diverse dalle altre cellule dei bruchi che il sistema immunitario del verme pensa che siano nemiche e cerca di distruggerle. Ma le nuove cellule immaginative continuano ad apparire, e lo sono sempre di più. Improvvisamente, il sistema immunitario del bruco non riesce a distruggerle abbastanza velocemente e diventano più forti collegandosi tra loro fino a formare una massa critica che riconosce la loro missione di realizzare l’incredibile nascita di una farfalla.
Nel 1969 Margaret Mead disse: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini premurosi e dedicati possa cambiare il mondo. È certamente l’unica cosa che ci è riuscita“. Credo fermamente, insieme a molti altri, che ci sia un’effervescenza evolutiva all’interno del tessuto della società attuale. Nonostante il clamore della paura prevalente, dell’avidità, del consumo traboccante e della violenza espressa attraverso i tessuti della società, c’è un’unione di cellule immaginative che stanno rivelando un mondo diverso, una trasformazione, una metamorfosi. ”
Il poeta uruguaiano Mario Benedetti ha scritto: “Cosa succederebbe se un giorno, al nostro risveglio, ci rendessimo conto di essere in maggioranza? Dico che le cellule immaginative dominerebbero e farebbero emergere la farfalla da un mondo simile a un verme.”
Questo è il momento di svegliarsi. Gruppi di cellule immaginative si stanno raggruppando ovunque; cominciano a riconoscersi l’un l’altro; stanno sviluppando gli strumenti organizzativi per aumentare il livello di coscienza, in modo che si manifesti il prossimo stadio della nostra società umana, per realizzare una nuova società che sia paragonabile a quella attuale come una farfalla a un bruco. Una nuova dimensione della vita, una società più compassionevole e giusta, un’umanità con radici di felicità e comprensione reciproca. Siate cellule fantasiose; connettetevi con gli altri, riunitevi, riunitevi, riunitevi, e insieme costruiamo un’Alleanza per una Nuova Umanità.”
Deepak Chopra – Una Nuova Umanità
Mamma aquilone
Complimenti mamma coraggiosa.mi associo a te sia come mamma del bosco che come cellula immaginativa….e siamo molte più di quanto si pensi. Avanti tutta con tanto amore
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Ben trovata allora mamma compagna di viaggio! Si avanti tutta!!!!
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