Quella irrefrenabile voglia di metterci mano.

Possiamo ufficialmente dire che è andata; il tanto temuto ritorno a scuola è avvenuto e siamo tutti interi.

Nessun trauma, solo una gran voglia, da parte dei miei Gnometti, di fare nuove amicizie.

Che poi, a pensarci bene, a frantumatci per le novità siamo noi adulti, perché i piccoli sono i veri giganti se si tratta di affrontarle.

Credo che in loro, nei fanciulli, risieda la bellezza autentica dell’essere umano, quella che purtroppo deformiamo e umiliato con le nostre sovrastrutture.

Me ne sto accorgendo questi giorni.

Sono lì, guardo le loro cartelle la sera e poi ascolto me.

Scalpito per farla a modo mio; fremo affinché sia tutto perfetto in modo da non assere ripresa dagli insegnanti dei miei figli…perché se non sono perfetti loro la colpa è mia.

Che idiozia!

Tengo d’occhio quella me che vorrebbe vedere assecondata, in modo fastidiosamente puntuale, la condotta destinata a sistemare la loro vita scolastica.

Le sento dentro di me quelle voci incalzanti che vorrebbero incasellare i vissuti dei propri Gnometti nei sacri schemi  del sistema, per garantire il corretto e irreprensibile passo di marcia.

Le detesto quelle voci:
– Fai così!
Ma è possibile che non lo sai fare?
Ora ti faccio vedere!
Dai qua faccio io che è meglio –

Non c’è nulla da fare, ce lo abbiamo dentro questo inquinamento mentale.

Per fortuna comunque riesco a tenermi a bada, aggrappandomi alla convinzione che educare non significa controllare o anticipare le azioni altrui, bensì significa trasferire valori, arrivando al cuore degli esseri umani.

Mi perdono per non essere indenne da tali tipiche strutture mentali che inevitabilmente risiedono dentro di me, e cerco di trovare un equilibrio fra il lasciar liberi ed essere complici.

È chiaro che questo sarà un percorso diverso, introspettivo e molto più difficile, per me.

Ma se è vero che non è mai troppo tardi, allora, in questa avventura, ho la grande opportunità di essere una madre migliore rispetto alla prima versione me.

Staremo a vedere!

Mamma aquilone.