Mamma abbiamo la “monotonoia”…facciamo una crostata consapevolmente?


È mattina; un neoarrivato maggio, mascherato da uggioso gennaio, ci inchioda a un senso di “monotonoia” da superare necessariamente, per riuscire ad affrontare allegramente l’ultimo tratto di questo magico percorso di apprendimento.

Dovremmo fare il classico ripassone, maaa….ok, allora organizziamoci: facciamo un dolce consapevolmente!

Per ottenere un risultato unico, abbiamo cercato ingredienti speciali.

Abbiamo preso una buona dose di interrogativi, cercando di comprendere cosa fosse utile per portare a compimento la missione “Crostata Giocosa” ; li abbiamo poi impastati con alcune fondamentali risposte.

Ovvie le soluzioni di default:- Mamma servono ingredienti e strumenti: farina uova, bilancia…-

Eh già, ma da sole non si trasformano queste cose! Occorre la mano di chi lavora per ottenere il risultato finale; sono fondamentali la strategia, le abilità e l’operosità di chi agisce responsabilmente, per raggiungere l’obiettivo.

Nessuno dei miei Gnometti, però, è arrivato subito a concepirsi come parte del risultato, come protagonista grazie al quale l’idea può diventare realtà; ho dovuto accompagnarli lentamente, per aiutarli a trovare l’interruttore utile ad accendere la consapevolezza di essere dentro quel momento e di essere parte dello stesso.

È curioso quanto sia comunemente data per scontata la propria presenza nel quotidiano, tanto da renderla invisibile agli occhi della consapevolezza di esistere.

Sarebbe stato un peccato non rendersi conto di essere invece immersi, con tutti i sensi, nella golosa costruzione del desiderio di gustare un buon dolce fatto in casa.

Comunque c’ho fatto caso, ultimamente mica solo i miei due piccoli chef hanno avuto bisogno di un aiutino per sintonizzarsi su di loro!
Uh, quanti adulti sconnessi dalle loro azioni sto incontrando!

Siamo stati abituati a misurarci sulla possibilità di avere, di prendere le cose, e in base a questo “potere” ci hanno detto che è lecito desiderare: se non ho i mezzi economici non posso comprare, non posso osare.
Anche la scelta dell’homeschooling si aggancia alle possibilità economiche…buffo no?

Poco ci è stato trasferito sulle nostre potenzialità e sulla possibilità, ad esempio, di farla una tortina, invece di comprarla; per nulla ci hanno allenati a usarli e a trarre beneficio dai sensi e dalle emozioni, utili ad acquisire le competenze necessarie a costruirli i desideri. Ci hanno programmato all’esecuzione e alla prestazione, dimenticando di fornirci lo strumento essenziale: la consapevolezza di ciò che si è, di ciò che si pensa e dice e di ciò che si fa. E noi? Cosa stiamo insegnando ai nostri figli?

Comunque, per farla a breve, l’intuizione della preparazione scaccia “monotonoia” è riuscita: la crostata è uscita dal forno fumante, profumata e dolcissima, inondando casa di essenza di vaniglia e il cuore di pura soddisfazione.

Che poi è stato anche divertente ripassare le frazioni, togliendo 1/3 di impasto della frolla per fare le strisce; è stato più semplice parlare di geometria, misurando la circonferenza della teglia da utilizzare; e poi è stato fluido riflettere sulla scienza, considerando l’uovo come la cellula più grande da vedere ad occhio nudo; per concludere il percorso con la differenza tra esseri viventi e non.


Secondo i classici insegnamenti la differenza è che gli esseri viventi sono formati da cellule e seguono un ciclo di vita…noi abbiamo dimostrato che, come esseri viventi, siamo dotati sensazioni ed emozioni, che, se abilmente e coerentemente miscelate ai pensieri, alle parole e alle azioni, sono strumenti potentissimi per fare grandi e meravigliose opere.

Vabbè, noi per ora abbiamo iniziato con le nostre ricette mattutine…ma sono dell’idea che il detto “prendi l’arte e mettila da parte” sia una gran bella tappa da inserire nel classico ciclo di vita, disegnato schematicamente sui libri: nasci, cresci, ti nutri, ti riproduci, muori…


Io posso dire di aver provato che per ottenere un ciclo di vita ricco e degno di essere vissuto, c’è proprio tanto di più… come, per esempio, l’esserci nutriti con le nostre produzioni domestiche!

Mamma aquilone.

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