7 Gennaio 2022.
Le festività natalizie sono ufficialmente chiuse.
È da quando ho memoria che rammento che il 6 gennaio è la data che celebra la fine delle feste natalizie. In qualche modo, tale retaggio mi ha fatto vivere questo giorno, da sempre, con estrema malinconia e tristezza; mi ritrovavo ogni volta ad elaborare un piccolo lutto; una separazione da quelle lucine e scintille che regalano un po’ di sollievo nelle fredde giornate d’inverno. Il 6 gennaio per me ha sempre tracciato di netto il solco tra vita reale e un periodo in cui è concesso di sognare e fantasticare, quasi come se nella quotidianità questo fosse impossibile.
Me lo sono sempre chiesta del perché, un periodo così intenso dovesse essere archiviato in modo così netto.
La curiosità paga sempre, così scopro che nella tradizione cristiana, anche il ritornare alla realtà “quotidiana”, quella senza simboli e luminarie, è un rituale lento e simbolico, denso di significato. Infatti, anche se é sconosciuta a molti, me compresa, è il 2 febbraio, cioè la festa della Candelora, la data che segna la fine del periodo di Natale ed è questo il momento ove si prevede di metter via il presepe!

“Questa ricorrenza consiste, secondo la tradizione della religione cattolica, nella benedizione delle candele, emblema di luce, e nella presentazione al Tempio di Gesù. Sempre stando alla tradizione, il giorno in questione è anche considerato il giorno della Purificazione della Vergine Maria, a 40 giorni dal parto. La tradizione ebraica, infatti, voleva che ogni donna che partoriva un maschio primogenito era da considerare impura per un periodo, appunto, di 40 giorni. Dopo di essi, la partoriente doveva recarsi al Tempio di Gerusalemme per avviarsi alla Purificazione” (clicca qui per approfondire).
Devo dire che in In un periodo così cupo, ove mi accorgo di aver perso molto del mio entusiasmo, e dove sento di aver brillato a intermittenza, la mia ricerca di bellezza non sì è mai fermata. La lotta al virus, che con il 2022 si apre al terzo anno, ci ha privato di tante cose, svuotando la nostra anima di molta di quella umanità che ha dato vita alle tradizioni, che spesso ci troviamo a replicare in modo vuoto e inconsapevole. Per cui, scoprire che c’è stato un tempo in cui gli uomini e le donne, osservando i cicli naturali, creavano credenze e tradizioni, con profondo contenuto simbolico, per me ha un effetto placebo, perché io il tempo scandito da questa civiltà lo trovo molto, troppo, accelerato e poco incline alla nostra essenza umana.
Per cui la buona notizia è che oggi, 7 gennaio 2022, la conoscenza della tradizione mi ha regalato ulteriore tempo; tempo per scrivere; tempo per rivedere le foto di ciò che abbiamo vissuto e dei luoghi che abbiamo visitato; tempo per meditare su quanto i vortici mentali, che sembrano travolgerci, in realtà sono solo fantasmi che rubano pezzetti della nostra vita.
In conclusione, in questi giorni, non mi affannero’ per essere pronta alla corsa ai saldi e anche se in qualche supermercato saranno esposte già le frappe, assaporero’ il lento scivolare dell’inverno e della sua lentezza, anche quella utile a chiudere amorevolmente il capitolo natalizio.







Morale: auguro a ognuno un sospiro di sollievo, un po’ di umana lentezza e la riappropriazione della capacità di riconoscere bellezza.
Un umano 2022 a tutti!
Mamma aquilone.
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