Pioggia e fango non vi temiamo! Esperienze di Outfit senza paura: la nostra “moda fuori”.

La prima parte della mia vita l’ho trascorsa credendo che pioggia significasse riparo, che freddo significasse ambiente riscaldato e che inverno volesse dire stare dentro.

Mai avrei immaginato che, arrivata a 40 anni suonati, sarei diventata una fervente sostenitrice di pozzanghere fangose, di zozzeria melmosa e di educazione libertaria, diffusa e in natura.

In realtà ora faccio la splendida, ma il cambiamento è stato lento e non facile; ho dovuto studiare parecchio e lavorare molto su me stessa, per stanare tutte quelle convinzioni, che non mi appartenevano ma che avevo fatto mie e che non mi permettevano di cogliere le infinite possibilità di affrontare la faccenda “clima freddo”, considerando il favoloso principio dell’adattamento, optional di cui sono dotati tutti gli esseri viventi.

Ebbene, una delle conclusioni a cui sono arrivata, è che un gran limite riscontrato sul tema outdoor, il più delle volte, è di tipo culturale e che più si è “cittadini di grandi metropoli”, meno si è a contatto con Madre Natura, meno la si accetta.

A dirla tutta, l’aver scelto di vivere in una zona molto periferica di Roma, col tempo, ha rimarginato lo scollamento “di natura” che avevo; infatti io questo “paesaggio bucolico” ho dovuto digerirlo e interpretarlo per viverlo al meglio, e oggi posso affermare che proprio questo ambiente è la nostra salvezza.

In questa pagina di diario, non voglio però parlare delle evoluzioni emotive che ho dovuto affrontare per arrivare al punto dove sono, voglio condividere le scoperte “tecniche” che ho fatto, per immergermi praticamente nella natura.

Eh già, perché per viverla la natura bisogna capirla, assecondarla e magari adattarsi ad essa, senza averne paura; in altre parole per vivere outdoor occorre avere ben a mente un principio: “Non esiste buono e cattivo tempo, ma solo buono e cattivo equipaggiamento” (Robert Baden-Powell), partiamo quindi da questo concetto.

Per trovare l’abbigliamento efficace è servito tempo, sono stati utilissimi i consigli di esperti e test, non sempre soddisfacenti, ma è con una certa soddisfazione che posso condividere le soluzioni “strumentali” che ci stanno accompagnando in questi lunghi mesi invernali, trascorsi all’aria aperta.

Per prima cosa, abbiamo imparato che la vestizione a cipolla è fondamentale, come la lavatrice e un bel bagno caldo a fine giornata, direi.

L’operazione mattutina “effetto cipolla” inizia con un primo strato di intimo, oltre quello comune, che sia termico, composto da maglietta, leggins e calzettoni.

La “stratificazione” di sopravvivenza continua con indumenti di pile, che garantiscono una buona tenuta di calore, senza appesantire troppo; tutto questo materiale noi lo abbiamo facilmente reperito da Declathon.

Infine, per garantire uno scudo contro l’umidità e la pioggia, oltre il classico giubbotto invernale, noi utilizziamo dei capi impermeabili ad hoc, reperibili su Amazon (almeno noi li abbiamo presi lì), che aiutano noi mamme a mantenere il più asciutti possibile i piccoli esploratori.

Da precisare che in giornate fredde ma non umide, anche le salopette da neve possono contribuire alla causa, purché non si fiuti aria di pioggia, perché altrimenti son dolori…zuppi!

Ovviamente anche mani e piedi vanno protetti e noi ci siamo affidati per i piedi, a galosce già imbottite o a imbottiture da inserire agli stivaletti anti pioggia classici, che da soli non basterebbero a tenere caldi i piedini dei ragazzi; per le mani, abbiamo provato dei guanti da giardinaggio della “Vgo”, che  svolgono la loro missione solo per le prime ore del mattino, perché non sono totalmente impermeabili e  tendono a bagnarsi; per questo, il prossimo passo sarà quello di acquistare quelli specifici per l’inverno, stessa marca, che ho scoperto essere utile proprio per le attività in natura e avere caratteristiche differenti da quelli tipici da sci.

Ecco qui, l’opera di adattamento a Madre natura si conclude con scaldacollo e cappello.

Così coperti, gli Gnometti sono pronti per trascorrere le loro ore scolastiche immersi in natura, non sempre clemente, ma decisamente generosa di bellezza e di lezioni di vita.

A conclusione di questa pagina, colma di aspetti pratici (spero), voglio inserire anche una piccola riflessione, più teorica, che riguarda le prospettive positive di questa scelta, proprio in relazione alla faccenda “moda” scolastica.

In effetti, l’aver focalizzato come obiettivo quello di vivere al meglio esperienze outdoor, ha decisamente spostato l’assetto dei condizionamenti a cui eravamo soggetti nell’ambito tradizionale: non è necessario avere l’ultima felpa alla moda o le scarpe di tendenza; in questo contesto insomma, i principi da seguire non sono quelli di apparire, ma sono quelli destinati a trovare la comodità, il confort e il giusto adattamento agli agenti atmosferici, insomma un buon modo per imparare a collocarsi e connettersi coi luoghi, partendo dal proprio corpo e non da dettami imposti da altri, almeno io ci vedo questo.

In altre parole, in un contesto dove si persegue un concetto outdoor, non serve un abbigliamento che permetta di essere alla moda, ma diventa fondamentale un abbigliamento che renda fattibile il sopravvivere, proprio considerando quello che abbiamo intorno!

A chiosa di questo articolo, degno di una rivista di moda poco patinata, non proprio glamour e tutt’altro che di tendenza, ma comunque concentrato su un outfit “autunno – invero” di tutto rispetto, aggiungo un tassello decisamente rilevate per riconsiderare la possibilità di “stare fuori”: il fatto di aver arricchito il guardaroba con questi indumenti, ci ha concesso l’ulteriore possibilità di poter godere anche del nostro tempo in famiglia come di una divertente parentesi da vivere in natura.

Insomma, si può!

Morale: ad aprirsi non sono stati solo i luoghi, in cui ci immergiamo per istruirci, educarci e raccogliere esperienze, ma è stata anche la nostra mente ad ampliarsi e adattarsi a tali nuovi, spaziosi e naturalistici panorami.

Insomma, come diceva il buon vecchio Mahatma Gandhi: “La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”… e se lo fai con il giusto abbigliamento, dico io,  diventa pure un sacco divertente!!

Che Gandhi mi perdoni…

Mamma Aquilone

2 pensieri riguardo “Pioggia e fango non vi temiamo! Esperienze di Outfit senza paura: la nostra “moda fuori”.

Aggiungi il tuo

Lascia un commento

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑

maryrosemporiobenessere

La salute dipende da come si vive e dalla tranquillità interiore - Rosa Luxemburg

La Danza della Pioggia

''Comic books will break your heart''

Una sognatrice fallita.

...E anche oggi riproviamoci!

Medicina, Cultura, e Legge.

Articoli su Medicina, Legge e Diritto, ma anche Aforismi, Riflessioni e Poesie.

Matematica in gioco

Visita la pagina Facebook MATEMATICA IN GIOCO!