Un Natale tutto nuovo…?

La prima settimana d’avvento è trascorsa.
Tra elfi che ci fanno sorridere, perché ripropongono le nostre abitudini e le nuove passioni nate, siamo arrivati all’attesissimo 8 dicembre.

Oggi è stato il giorno degli addobbi, delle palline, delle luci, dei pastorelli, del muschio e della carta per le montagne; insomma è il giorno del presepe e dell’albero.

La tradizione ormai a casa nostra si è elevata a rituale e anche se quest’anno il clima non ha favorito la raccolta di legnetti e componenti decorativi naturali, ognuno di noi ha svolto egregiamente il proprio classico ruolo: mamma alle prese con la posa equilibrata e omogenea di palline e luci sull’albero.

Papà alla ricerca di nuove planimetrie per la costruzione di un villaggio che è sempre lo stesso ma sempre diverso; quel papà che ogni anno cerca di ridurre il numero delle comparse che immancabilmente, invece, la mamma inserisce di nascosto.

I bimbi, ogni anno più grandi e più elettrizzati, rendono eccessivamente frizzante un momento che ogni volta mi immagino placido e pacato ed invece assomiglia alle battaglie puniche.

Fatto sta che anche per questo 2020 ci siamo ritrovati uniti, incantati e soddisfatti, avanti alle nostre opere.

S’intenda, tutto l’ambaradan decorativo non ha nulla a che fare con quelle opere d’arte che si vedono in foto o nelle vetrine, eppure l’effetto finale ha un sapore così di appartenenza, cosi nostro, che è incantevole fermarsi a contemplarlo e gustarlo per rivivere i ricordi che ogni pallina o lavoretto reca in sé.

Questi festosi accessori hanno il potere di evocare non solo il Natale, ma gran parte della nostra storia familiare.

Che dire poi del presepe? Concentrarsi su di esso significa entrarci dentro e cominciare a sentire il vociare, i rumori i profumi insomma ogni volta è un viaggio verso la grotta.

La vera novità di quest’anno è la baby-yeti, Hope, che gironzola per casa, serena e indifferente alle suggestioni natalizie; l’unico suo obiettivo è acciuffare i due magici ospiti che le tolgono il sonno notturno, per cui il riposo diurno è vitale.

Quale può essere il tesoro scovato in tutta questa baraonda? Io direi la disinvoltura di superare le aspettative rassicuranti e la flessibilità di calarsi nella novità con fantasia, curiosità e ironia.

Si perché serve ironia quando hai finito di riordinare casa e vorresti solamente inebetirti avanti l’intermittenza delle lucine, e invece ti trovi nel bel mezzo di un accampamento bellico di soldati nerf.

E serve curiosità e fantasia per adeguarsi ad una rielaborazione di consuetudini natalizie, ormai stratificate nell’animo, che il momento storico annienta a suon di divieti e limitazioni.

Io, tutto sommato, questa situazione la voglio vedere come opportunità di scrivere qualcosa di nuovo; mi stuzzica credere che quest’anno avremo la possibilità di abbandonare la necessità di rispettare tutti lo stesso rassicurante e meraviglioso copione, per vivere il fascino della novità di un Natale libero, alternativo e leggero.

Alcuni raccontano che sarà un periodo triste; per me è tutto da riscrivere…muoio dalla curiosità di vedere come sarà!

Cosa saremo capaci inventare?

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