
Non c’è dubbio che il gioco debba essere definito come un’attività libera e volontaria, fonte di gioia e divertimento. Un gioco cui si fosse costretti a partecipare cesserebbe subito d’essere un gioco: diventerebbe una costrizione, una corvée di cui non si vedrebbe l’ora di liberarsi.
(Roger Caillois)
In che modo affrontare un clima terrificante come quello che stiamo vivendo?
Mi occorre precisare che il profumo di terrore non arriva dalle spaventose zucche intagliate e dai gustosi dolcetti colorati, preparati per la notte di Halloween; purtroppo la suspense di questo periodo viene pungolata e iniettata, nelle nostre vite, proprio dai vivi, ma questa è un’altra storia.
Io una maniera per sopravvivere a tutto questo l’ho trovata, ossia quella di capire le regole del gioco, perché alla fine sembra proprio di essere delle pedine di una partita: “gioca covid”, l’abbiamo nominato.
Secondo lo Gnom-ometto le regole sono quelle del più noto “lupo mangia ghiaccio” il cui scopo è scappare e non essere preso da un “positivo”, perché altrimenti ti fermi un turno, fino a quando qualcuno non ti dice che puoi tornare in gioco. Scopo del game è non ammalarsi.
A dire la verità a me sembra più una rivisitazione del vecchio Monopoli; Covidopoli lo chiamerei.
Le regole? Ogni giorno tiri i dadi e ti ritrovi su un casella: perdi tutto, investi sulla sicurezza, metti la mascherina, togli la mascherina, chiudi attività, fai scorta di viveri, fermati un turno, torna indietro…insomma a me sta faccenda lo ricorda parecchio.
Altro aspetto ludico, da attribuire alle attuali vicende, potrebbe essere quello di andare a caccia di “tracce di storia”, perché sembra proprio che l’uomo del terzo millennio non brilli di iniziativa e di creatività di fronte a certe catastrofi. La Lungimiranza potrebbe essere il bottino del gioco.
Per i ragazzi però è più affascinante pensare di essere in un episodio di Star Wars ove noi siamo la Resistenza contro l’Impero Galattico che ci vuole tristi e agitati, ma noi rispondiamo con creatività e ottimismo…grave affronto di questi tempi.
Che la forza sia con noi!
Qui dalle nostre parti svolgiamo un consapevole addestramento Jedi.
Per quanto riguarda l’operazione di esorcizzare le paure, la vicina festività di Halloween ci ha aiutato molto, ispirandoci e spalancando le porte alla creatività. Con i mostriciattoli sull’uscio, nessuno spiritello monello oserà importunarci, proprio come nella credenza originaria, quella celtica per intenderci.





Quando poi l’attacco dei cattivi si scaglia sulla cultura, noi ribelli rispondiamo acquistando scrigni di sapere preziosi, approfittando degli sconti sui libri, e ci divertiamo a leggere storie terrificanti, riparati da un capanna anti zombie.




Per fortificare i nostri corpi, ci affidiamo al rischio dell’aria aperta, con tutte le sue peculiarità climatiche.
La nostra lotta al virus si svolge in campi aperti e fangosi, con armature fatte di galosce e impermeabili; certo oltre il covid lottiamo contro impiastri e zozzeria, ma che bello dopo ogni missione premiarsi con un bagno caldo e “schiumosamente” profumato!






A dire il vero, qui non ci sentiamo più tanto ribelli, perché ci siamo informati e facciamo quello che è lecito se ci impegniamo nella partecipazione e “realizzazione di attività ludico-ricreative, di educazione non formale e attività sperimentali”, come espressamente previsto nelle linnee guida dell’allegato 8 DPCM 24/10/2020 (Dipartimento per le politiche della famiglia Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini e adolescenti nella fase 2 dell’emergenza COVID-19).
Sorrido per il fatto che pensavo di essere fortemente trasgressiva, circa la scelta educativa fatta, ed invece, tra le righe di un lontano politichese, trovo proprio questo passaggio: “è altresì opportuno privilegiare il più possibile le attività in spazi aperti all’esterno, anche se non in via esclusiva, e tenendo conto di adeguate zone d’ombra”. Peccato che l’informazione globale insista a martellarci ripetendo specificamente ciò che non si può fare e non si impegni a lasciarci un briciolo di lucidità per comprendere ciò che si può fare.
Si sa, i giochi di paura sono quelli più intriganti, ma anche quelli più pericolosi. Lo sapeva bene Hermann Wilhelm Goering, che al processo di Norimberga spiegò le regole di un devastante e folle gioco, passato tragicamente alla storia: –L’unica cosa che si deve fare per rendere schiave le persone è impaurirle. Se riuscite a immaginare un modo per impaurire le persone, potete fargli quello che volete – e ancora – l’istruzione è pericolosa. Ogni persona istruita è un nemico futuro – per giungere all’ultimo agghiacciante suggerimento – Bisogna spaventarli, inculcargli la paura, bisogna imbottirli di paura come si fa con le oche finché non gli scoppia il fegato per fare il paté, bisogna fare in modo che quella paura fermenti e si trasformi in odio, un odio assoluto, irrazionale, sguaiato -.
E forse sarà per questo che uno dei Papi più amati della mia generazione, Giovanni Paolo II, ora pure Santo, ha consigliato un unico semplice trucco per vincere – non abbiate paura! – disse.
A me quel Papa da piccola mi ha accarezzato e una carezza di un Santo varrà pure qualcosa, no?

Quindi avendo un bottino fatto di carezze importanti e di un pizzico di lungimiranza, questa partita noi ce la raccontiamo così: se il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare! Ovviamente senza paura!
Che la forza sia con noi e ci liberi dalla paura!
Mamma aquilone
Bellissimo post, in tutti i sensi 🙂 ..e poi quella fotografia con il Papa è spettacolare. Speriamo che la tua positività sia propizia per tutti noi e ci aiuti ad uscire da questo tunnel di sventure. Buonanotte 🙂
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Grazie a te! E se siamo positivi siamo tutti più belli!!! Anche questa corrispondenza è bella, perché ogni pensiero mi disegna un sorriso!!! A te buona giornata!😊
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