
Mantieni i tuoi pensieri positivi
Perché i tuoi pensieri diventano parole
Mantieni le tue parole positive
Perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti
Mantieni i tuoi comportamenti positivi
Perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini
Mantieni le tue abitudini positive
Perché le tue abitudini diventano i tuoi valori
Mantieni i tuoi valori positivi
Perché i tuoi valori diventano il tuo destino.
Mahatma Gandhi
Lo scorso fine settimana è successa una cosa molto curiosa.
Io e l’allegra compagnia di fabbricanti di ricordi siamo stati piacevolmente impegnati in un breve viaggio verso Grosseto, per questioni di famiglia; la Toscana quest’anno è uno sfondo ricorrente delle nostre avventure.
Nei giorni precedenti la nostra breve gita fuori porta, il clima si è mostrato inclemente, soprattutto verso i Gorillini che hanno intrapreso la loro avventura di crescita con le peggiori condizioni meteo auspicabili. Ma noi il sole lo abbiamo dentro e non ci siamo fermati.
Così non ci siamo placati neppure questo week end. La nostra fuga è stata funestata dal tentativo d’assedio di un inverno scalpitante, che ha prepotentemente provato a conquistare il placido regno dell’autunno, ma noi, questa tempesta, l’abbiamo trasformata in una bella avventura.
A ben vedere infatti non siamo inciampati solo in temperature fredde e umide, in pioggia e fango, no! Abbiamo assaporato tutto il fascino del soggiornare in un luogo isolatissimo, praticamente deserto, dove è stato possibile respirare l’aria nostalgica di una stagione appena finita. Con noi c’erano solo due cavalli bianchi, la pioggia e il freddo.


Ora cosa è successo di tanto particolare? Beh, è accaduto che durante il viaggio io ho scattato delle foto, cosa che io adoro fare proprio per catturare bellezza, e da queste foto è nata una fantasiosa storia che sa di profezia avverata!
Sentite qua.
C’era una volta una bella bimba, solare e sorridente, che fece un disegno. Nella sua opera d’arte la bimba raffigurò delle auto che non riuscivano a camminare perché frenate da un dosso alto alto. Insomma queste automobili trovavano difficoltà ad arrivare dai loro amici Gorilla, che vivevano nel mondo dell’arcobaleno. Quando la fanciulla donò il disegno alla mamma, accompagnò questo atto di generosità con tale pensiero: – mamma, bisognerebbe vivere nel mondo dell’arcobaleno! -.
Quel disegno magicamente si trasformò in realtà.
Qualche giorno più tardi tutta la famiglia della bimba si mise in viaggio. Lo spostamento si rivelò molto difficoltoso a causa della forte pioggia che si scagliava sulla macchina e rendeva la strada grigia e terrificante. Udendo il rumore che le gocce facevano toccando la carrozzeria dell’auto, pareva che esse avessero la consistenza di granelli di pietra e i lampi fugaci, che frantumavano la coltre di nubi nel cielo nero, sembravano seguire i passeggeri.



Quando, all’improvviso, il muro di pioggia si placò e si sgretolò concedendo scorci di mare incupito e per nulla allegro, come quello estivo da poco salutato. Ecco, ad un tratto sembrò calare nell’animo degli erranti tutto il peso dell’autunno.
Lentamente, i viaggiatori si lasciarono alle spalle i chilometri di asfalto bagnato e si prepararono a percorrere un futuro che pareva più asciutto; la tempesta sembrava passata. Le nubi cominciarono a far spazio ad un cielo che aveva ritrovato il tipico azzurro sereno e a fianco dell’itinerante compagnia, cominciò a dilatarsi il segnale della pace ritrovata: apparve perfetto, un meraviglioso arcobaleno che non lasciò più la comitiva e la accompagnò per il resto del viaggio.



– Mamma, vedi un po’ se c’è la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno! – disse la magica bambina. La mamma aguzzò lo sguardo, ma scoprì solo che quella meraviglia di colori si stava posando su un treno che correva al loro fianco; chissà dove si stava dirigendo quel treno carico di colorata magia?
E mentre, Mamma aquilone e i due Gnometti cercavano, divertiti, di scoprire dove finisse o iniziasse quell’arco colorato, il loro sguardo si spostò nuovamente sulla strada che gli si proponeva davanti e d’un tratto, inaspettatamente, i loro occhi si riempirono di meraviglia per l’azzurro del cielo che aveva vinto sul grigio tempestoso e che aveva lasciato a galleggiare in volo, come unico segnale di amicizia, una nuvoletta soffice e morbida, dalle sembianze di un Gorilla seduto, tutto bianco.

Anche i due cavalli che accolsero l’allegra famiglia nella tenuta deserta, erano tutti bianchi; forse erano due unicorni in incognito scivolati giù dall’arcobaleno? Boh! È certo che per le due notti che gli avventurieri passarono nel rifugio, la coppia di Pegaso non fece altro che vegliare su di loro.

È probabile che ognuno ascolti e colga i segnali dell’universo in base a ciò che ha dentro l’animo; per questo è fondamentale restare un po’ bambini, perché essi sono fatti di luce e perché sono la vera pentola d’oro da cui decollano i colori dell’arcobaleno.
Ogni bambino è un vero tesoro, bisognerebbe proprio averne cura e fare in modo che i colori dell’animo di un fanciullo rimangano vivaci e brillanti e non si ingrigiscano mai.

P.s. Una ricetta per ottenere queste lenti così magiche utili a intercettare bellezza? Mmm, vabbè vi svelo un segreto: io alcuni ingredienti li ho trovati nel libro “Madda sulla Luna”; devo dire che la prefazione scritta da Pippi Calze Lunghe e dal Piccolo Principe è stata decisamente formativa!
Mamma aquilone
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